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Presentare un indice analitico per autori dei trentasette anni di vita dei Quaderni del Circolo Rosselli, sembra il miglior modo di concludere l'anno della memoria dell'ottantesimo anniversario del loro assassinio. La vita, la morte, la memoria. Certamente nel caso dei Rosselli la memoria ha vinto sulla morte. Le celebrazioni dell'anniversario del loro assassinio hanno dimostrato quanto sia vivo ed attuale il loro messaggio. Il lavoro di Valentina Romeo sui "Quaderni del Circolo Rosselli" dimostra il contributo (che già Ivo Biagianti aveva sottolineato di assoluta continuità che è venuta proprio dall'eredità dei Rosselli. Perché continuità? Com'è noto, i Rosselli sono tra i fondatori e gli animatori del Circolo di Cultura che, intorno a Gaetano Salvemini, riunì molti dei giovani dell'interventismo democratico all'indomani della prima guerra mondiale. Dopo il rapimento e l'assassinio di Giacomo Matteotti 10 giugno 1924, un gruppo di questi, con Salvemini e Carlo Rosselli si iscrisse per solidarietà al Psu, il partito di cui Giacomo Matteotti era il segretario. Nello, con altri, si iscrisse all'Unione Nazionale delle forze democratiche di Giovanni Amendola. Superata la crisi susseguita al delitto Matteotti, Mussolini consolida il suo potere e si scatena la seconda ondata dello squadrismo fascista. Il Circolo di Cultura (situato in Borgo SS. Apostoli) viene assaltato nella notte dell'ultimo dell'anno 1924 (fortunatamente era vuoto) e mobili e suppellettili dati alle fiamme in Piazza Santa Trinita. Cominciava la lunga notte del ventennio fascista. Firenze insorge per la sua liberazione l'11 agosto 1944. Poche settimane dopo, nel settembre 1944, i soci superstiti del Circolo di Cultura, con Piero Calamandrei, lo rifondano e lo intitolano ai fratelli Rosselli, aggiungendo l'aggettivo di politica al sostantivo di cultura...» (Valdo Spini).